Siamo ultimi nelle competenze di base e terzultimi nell’uso dei servizi Internet.
Lo dice DESI, l’indice di digitalizzazione dell’economia dei paesi dell’Unione europea usato dalla Commissione per monitorare il progresso digitale degli Stati membri.
Facendo la media ponderata delle 5 componenti analizzate: connettività, capitale umano, uso dei servizi, integrazione tecnologica e servizi pubblici digitali, siamo complessivamente al 25° posto ed anche se siamo migliorati negli ultimi 2 anni, gli altri hanno fatto meglio di noi.
Eppure siamo bravi, abbiamo eccellenze incredibili ma non siamo affatto una nazione preparata al digitale.
Non lo siamo perché solo il 42% delle persone tra i 16 ed i 74 anni possiede almeno competenze digitali di base;
Non lo siamo perché solo l’1% dei laureati italiani ha una laurea nel comparto ICT;
Non lo siamo perché per decenni abbiamo investito poco, male e nelle soluzioni sbagliate (chi ricorda l’ISDN?).
Il “digital divide” non si supera con i proclami, ma con strategie di lungo periodo e scelte coraggiose che troppo spesso in questo paese vengono rinviate a data da destinarsi.
Però nonostante tutto sono ottimista e continuo a pensare che con questi numeri potremo solo migliorare, dobbiamo farlo, ne va del nostro futuro e di quello dei nostri figli!